Chi è e cosa fa lo Psicologo?

Una domanda talmente banale quanto difficile per chi non è del settore. Solitamente si trova difficoltà nel far cogliere questa problema. Molte figure si affacciano al benessere psicofisico e usano tecniche che sconfinano nell’area di competenza dello psicologo, così come regolamentato dalla normativa vigente e dal Codice Deontologico. In questi casi si tratta di veri e propri abusi e questo è a discapito dei clienti!
 
Lo psicologo ha competenze peculiari per lavorare in modo efficace in svariati ambiti di vita degli individui, come ad esempio: crescita personale (aumentare l’autostima…), benessere psicofisico (gestione dello stress, controllo dell’abitudine del fumo…), clinico (sostegno psicologico, valutazione cognitiva…), sociale (migliorare le relazioni con gli altri…), etc.
Dunque, chi è lo psicologo?
Lo psicologo è un professionista della salute che utilizza specifici metodi e tecniche al fine di risolvere un problema presentato da un committente.
“La professione di psicologo comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione, riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito.” (Art. 1 — Legge 56/89)
In pratica, quali sono le aree di intervento di uno psicologo?
  • Interventi di prevenzione, diagnosi, riabilitazione e sostegno;
  • Interventi volti alla comprensione e risoluzione delle situazioni in cui le condizioni personali e la relazione con gli altri possono costituire fonte di disagio e difficoltà;
  • Interventi volti alla crescita personale: migliorare l’autostima, la comunicazione, la propria qualità di vita, etc.
  • Interventi clinici: valutazione e riabilitazione cognitiva (memoria, attenzione, percezione, linguaggio…), e dei disturbi del comportamento, riabilitazione psicosociale, valutazioni cliniche, perizie, diagnosi, etc.
  • Interventi volti al benessere psicofisico: cambiamento delle abitudini (fumo, peso, etc.), controllo e gestione dello stress e delle emozioni.

Al di là, dello stereotipo: andare dallo psicologo vuol dire essere pazzi?

Purtroppo certi preconcetti sono davvero duri a morire, basti pensare anche a certe convinzioni in giro in ambito più prettamente medico e le conseguenze che comportano. Un esempio che uso spesso è che andare in palestra per allenare il proprio fisico non vuol dire essere malati cronici, così come andare dallo psicologo non vuol dire essere pazzi. Restando sull’esempio, allenare il proprio corpo è risaputo essere un fattore positivo per il proprio benessere fisico, dunque perché quando si parla di allenare e sostenere la mente questa tesi non è più vera?

Oggi molti citano il benessere psicofisico, già gli antichi romani suggerivano «mens sana in corpore sano», dunque questo dualismo cartesiano mente-corpo è palesemente ormai un logoro e obsoleto esercizio categoriale ma che purtroppo è ancora molto presente in forma di pregiudizi.

Viviamo quotidianamente tra molte contraddizioni ma occorre far chiarezza su questo preconcetto, proprio per favorire il benessere delle persone, ovvero far capire che così come è salutare fare 3 mesi di palestra per il proprio corpo, potremmo anche, allora, accettare che possa essere salutare allenare e sostenere quel “muscolo” che ogni giorno ci fa piangere, ridere, decidere, innamorare, sognare, avere paura e che è il motore del nostro viaggio.